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 Lettera aperta ai compagni di Rotta Comunista

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T O P I C    R E V I E W
SAVIO Posted - 27/01/2005 : 13:53:23
Lettera aperta ai compagni di Rotta Comunista


Compagni,
Vi scrivo questa lettera con l’intento di spiegare in maniera più approfondita le ragioni che mi hanno spinto ad abbandonare l’Associazione e ad unirmi ai compagni del Partito l’Internazionale di Livorno, ragioni che solo in minima parte sono riuscito a comunicare durante l’ultima riunione del 12 c.m. Sono da sempre stato contrario al settarismo perché lo considero un elemento di debolezza per l’intera avanguardia comunista e un elemento che produce confusione tra i lavoratori.
Lo considero un prodotto di quell’estremismo, malattia infantile del comunismo, che Lenin a suo tempo criticò. Le organizzazioni politiche settarie assomigliano più a delle consorterie di iniziati che non a dei partiti politici. Sono il prodotto della concezione del partito super-centralizzato, del partito d’acciaio, di fatto privo di democrazia interna, stalinista e non della concezione del partito rivoluzionario, comunista-democratico-tollerante al tempo stesso, concezione che a mio avviso dovrebbe prevalere in un Paese economicamente avanzato. Detto ciò, non ci stò a seguire la linea politica del compagno Carlo che tira in questa direzione e che ha prevalso nel gruppo.
Dal mio punto di vista giovanile ritengo che il settarismo non aiuta i giovani a crescere come forze rivoluzionarie, come avanguardia, ma li riduce a semplici entità numeriche, a soggetti che possono servire solo per diffondere giornale.
A produrre il settarismo concorre, credo, anche la “ logica della semplificazione”, ovvero quel modo di giudicare gli altri soggetti politici con toni troppo semplificativi, superficiali e banali, sorretto da una sorta di atteggiamento di superiorità e da ignoranza.
Fino a ieri credevo che solo i membri di Lotta Comunista fossero tanto superficiali in tal senso, oggi credo che anche il compagno Carlo non sia da meno.
Quindi, me ne vado e lo faccio ben sapendo di essere stato il giovane “ più rappresentativo” del gruppo, cioè quello che ha manifestato il maggior interesse per l’attività dell’Associazione.
L’Associazione RoCom si caratterizza essenzialmente per la divulgazione e la difesa della teoria marxista del modo di produzione asiatico, che utilizza nel suo tentativo di ricerca e studio delle economie dei diversi Paesi del Mondo.
Cito come fonte storica-culturale il libro di Gianni Sofri, Il Modo di produzione asiatico: storia di una controversia marxista( Einaudi, 1969- pag.188).
Tale opera è importante perché traccia in maniera completa la storia di questa teoria dalla nascita ai n.s. giorni circa; essa narra che fra i numerosi esponenti marxisti che l’hanno divulgata, dopo la morte di Marx, come Plechanov, Rjazanov, Varga ecc. spunta il nome illustre di Trotsky, che la riprese e approfondì più volte in connessione alle sue ricerche sul passato “asiatico” della Russia, ad esempio nel 1906 o meglio nel 1929/30 in Storia della rivoluzione russa, e della Cina nei suoi Scritti del 1929/36. Vedasi in proposito da pag.101 a 118 del citato saggio.E nelle pagine seguenti 119/130 l’autore mette in evidenza quanto Trotsky usasse questa teoria in polemica con le opinioni di Stalin, tanto che il principale motivo per cui nel 1938 tale teoria fu messa all’indice in Russia fù quello di frenare una volta per tutte l’Opposizione di sinistra, trotskisti e non, togliendole un potente riferimento ideologico e politico che fino ad allora era stato utilizzato per criticare la politica governativa interna ed estera, specialmente in Cina.
Da quel momento chiunque facesse riferimento a questa teoria veniva bollato come nemico dell’intera Russia.
Tanto basta per affermare che un partito che si richiami con forza al pensiero di Trotsky non può avere al riguardo opinioni superficiali e riduttive, ma devono essere il prodotto di un’analisi profonda del fenomeno specialmente in riferimento ai giorni nostri. Ecco perché, tra i vari motivi, ho deciso di unirmi all’Internazionale e non intendo collocarmi su posizioni settarie, di chiusura ideologica, riferendomi alla teoria del M.P.A.
Vi invito compagni a leggere con attenzione questo libro, poiché credo che ciò non sia mai avvenuto come dimostrano le opinioni banali che voi avete espresso varie volte circa la figura e l’operato di Trotsky. Da parte mia continuerò a inseguire le verità del sapere scientifico allo scopo di utilizzarle in politica e nella vita privata.
Come diceva Carl Liebneckt: studiare-organizzare-propagandare.

Hoc satis est

SAVIO




SAVIO
2   L A T E S T    R E P L I E S    (Newest First)
M.Savio Posted - 19/03/2005 : 10:34:26
Ciao Oscar,
leggo solo ora la tua lettera.
Ti avevo parlato di una lettera a Rotta Comunista che nessun'altro poteva leggere perchè il moderatore l'aveva criptata ma la mancata risposta non è mai stato un problema.
Mi ricordi che un'associazione RoCom non è mai esistita,è vero,poichè non è mai stata registrata sul piano giuridico.
Non era mia intenzione inventare nulla;ho usato il termine 'associazione'semplicemente per riferirmi ad un gruppo di compagni che operano insieme.
Visto che ci tenete così tanto a precisare,chiedo scusa e d'ora in avanti parlerò solo di gruppo RoCom.
Mi fa ridere il vedere che una simile precisazione l'abbia fatta tu,compagno,che non hai mai versato una quota per la causa del gruppo,indice,per me,di mancato attaccamento al gruppo.
Sulla presunta linea settaria di RoCom c'è ben poco da dire:io la vedo e tu no...solo il tempo potrà confermare o smentire la mia opinione.Su Carlo dico:è vero che ha trovato un errore nella teoria del capitalismo di stato,ma il suo 'biglietto da visita'è sempre stato questo:"Attenti ragazzi,abbiamo un problema,io ho la soluzione ma se non siete daccordo significa che non avete capito niente...".
O per usare un'altra espressione coniata da altri compagni:"Carlo voleva metterci il cappello sulla testa".
Carlo,per me,è un gran presuntuoso e tale presunzione l'ho potuta constatare proprio in riferimento alla teoria del modo di produzione asiatico.Egli si è autoconvinto che oggigiorno in Russia prevalga il modo di produzione asiatico e tale concezione non è disposto a discuterla.Poco importa il non essere ancora riuscito a produrre prove scritte;poco importa se a confermare l'ascesa del capitalismo dominante in Russia sono,tra i tanti,due pensatori che in passato hanno parlato di asiatismo solo in riferimento al periodo staliniano.
Mi riferisco a Moshe Lewin in "Storia sociale dello stalinismo" e a Jacques Camatte in "Comunità e comunismo in Russia".E il libro di Camatte è il risultato di un'analisi profonda delle posizioni di A.Bordiga,ben più analitica rispetto a quella effettuata da Carlo finora.Tutto ciò non gli importa,si sente forte per aver scritto cinque articoli brevi e generici sull'asiatismo e la Russia dell'800.
Di quali altre prove abbia bisogno è un mistero,così come vedere che è riuscito a influenzarvi.Testate pure le vostre idee,ma attenti perchè Sisifo è sempre all'orizzonte.Aggiungo che ho l'impressione che vi siate arenati su questo punto con ripercussioni e sul piano teorico e su quello politico.Sul piano teorico perchè è davvero arduo,se non impossibile,trovare prove inconfutabili e,di conseguenza,dubito che riuscirete mai a trovare una strategia politica da seguire,che rispecchi la vostra analisi.
Respingo qualsiasi accusa di voler deformare e banalizzare la vostra attività,mettendo bene in chiaro che continuerò a confutare ogni vostra affermazione che,a mio parere,possa falsare la teoria dell'MPA e frintendere le opinioni dei suoi divulgatori,sempre in nome della verità scientifica e storica.
Sarò sempre qui,dall'altra parte del monitor.

VALE Oscar

SAVIO

P.S.
Tenete conto solo di questa lettera e non della precedente.
SAVIO


Oscar Posted - 27/02/2005 : 17:08:47
Caro Savio,
mi avevi parlato di una lettera a Rotta Comunista in di cui lamentavi non aver avuto alcuna risposta in una recente telefonata, ma non appare congruo il tuo dire che hai abbandonato l'Associazione ROCOM, in quanto tale associazione non esiste e quindi non si può ancora abbandonarla.
Il non condividere la nostra impostazione non può essere ammantato di significati politici che vanno a parare a quella o quell'altra concezione del "partito d'acciaio", semplicemente perchè tali riferimenti sono fuori luogo! Nel nostro lavoro non si è affermata nessuna tendenza settaria o di mera semplificazione nel giudizio di altre proposte. Il tuo attacco a Carlo risulta essere strumentale ed ingiustificato. Carlo è solo il primo tra noi che ha lasciato "lotta comunista" ed il primo che si è messo al
lavoro per fare un bilancio dell'esperienza storica dell'antistalinismo, ma solo nel senso che per la sua esperienza politica ha iniziato ad interrogarsisi rispetto ai limiti di questa esperienza.
Questo il suo merito gli va riconosciuto: in solitudine è andato a cercarsi i com-
pagni che c'erano, in solitudine ha cercato una chiave di lettura di questo fallimento storico, è andato a cercare un possibile errore nella teoria del capitalismo di stato.
Come sappiamo ha trovato ed evidenziato una faglia nella teoria, e il "biglietto da visita" è sempre stato "Attenti ragazzi abbiamo un problema, dobbiamo andare ad interrogare fino a Karl Marx, non ci possiamo più permettere errori nella teoria, con disastrosi effetti nella prassi, nella vita di migliaia di compagni e di lavoratori". Non mi sembra una concezione alla "partito d'acciaio" detentore della scienza infusa....
C'è una proposta, un qualcosa di aperto: la posizione di un analisi di asiatismo per quanto riguarda l'unione sovietica è un qualcosa che va testato, che ha fatto discutere decine di compagni, alcuni di essi con una grande preparazione politica. Non c'è nessuno che ha "prevalso", vi è soltanto una proposta politica da discutere.
Permettimi Savio, la ricerca di un tuo percorso politico è più che leggittima ma non deve deformare e banalizzare il nostro lavoro.
Io non ti giudico in nessuna maniera, ho solo espresso critiche necessarie. Ci sono buone idee e c'è da lavorarci sopra come d'altra parte mi sembra che nella tua lettera ammetti.
Oscar


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