T O P I C R E V I E W |
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Posted - 25/07/2009 : 00:10:25 Leggendo la nota sull'Iran che abbiamo recentemente pubblicato, un compagno ha voluto sapere a chi ci riferivamo quando abbiamo ricordato (nella mail che avvisava della pubblicazione) coloro che definiscono il komeismo ideologia del capitalismo di stato. In effetti non è che una tale posizione possa costituire un momento di confronto e di riflessione, infatti ripete, peggiorandolo, soltanto il meccanismo della tesi dell'URSS come capitalismo di Stato. La necessità di spiegarsi socialmente la politica controrivoluzionaria dell'URSS, ha finito per prendere la mano di intere correnti di ciò che restava del movimento comunista per cui, pur non condividendone le conclusioni, gli riconosciamo una sua giustificazione per il passato. In pratica la cosa era risolta in modo molto semplice: esiste il plusvalore in Russia? Sì, esiste. Esiste il salario? Sì, esiste. Allora deve, deve, deve, esistere anche il capitalismo. Non esiste la borghesia? Non esiste il diritto borghese, la proprietà privata? Semplice, lo Stato compensa tutte le mancanze non essendo privato. Dunque neanche il diritto, neanche la proprietà sono “privati”, avendo ormai superato l'obsoleto capitalismo privato. Dimenticando naturalmente che il rapporto di produzione capitalistico è appunto un rapporto e più precisamente un rapporto di classe, dunque tra classi e non può essere scisso in un lato di cui l'altro non è che mera ed indipendente conseguenza. Un errore dunque, ma in qualche modo giustificato, per il passato, dallo stato del marxismo e da necessità politiche. Dunque in certo senso facciamo nostri errore ed erranti. Li consideriamo dalla nostra parte. Errare humanum est. Perseverare, dilatando ed estendendo un tale errore non è detto però sia solo diabolico, in alcuni casi è veramente stupido. E' appunto il caso del soggetto cui ci riferiamo e di cui ci è stato chiesto nome e cognome. Ebbene sia. Il soggetto si denomina “Pagine Marxiste” (da non confondere con omonime pubblicazioni di Battaglia Comunista). Abbiamo già avuto modo di occuparci di Pagine Marxiste su questo forum riproducendo una mail inviata in occasione di un incontro (http://www.rottacomunista.org/snitz34_05/topic.asp?TOPIC_ID=39) in cui abbiamo contestato soprattutto la concezione del capitalismo di Stato di Lotta Comunista da cui Pagine Marxiste deriva la propria. Questa volta però dobbiamo parlare più propriamente di PM. Quella mail fu originata da un incontro a Pavia al quale partecipava anche uno studente, tal Lorenzo che, uscito da Lotta Comunista voleva conoscere PM e che avevamo portato con noi da Genova. Naturalmente l'incontro aveva dei precedenti di cui facciamo grazia ai lettori. Comunque l'incontro iniziò con un intervento di questo studente che non finiva mai di parlare ma che interruppi al punto in cui, senza incontrare obiezioni da PM, si mise seriamente a descrivere la borghesia Palestinese, che, teneva a chiarire agli ignari astanti, non era come la borghesia occidentale ... perché non aveva proletariato. Durante la discussione successiva R. Luzi per PM, dichiarò senza mezzi termini essere il komeinismo ideologia del capitalismo di stato. Invertendo l'ordine dei fattori, scindendo da ogni rapporto la struttura sociale dalla sua sovrastruttura, avendo stabilito che essendoci un industria estrattiva (di petrolio) con tanto di operai (incredibile vero!!?) tale struttura era capitalistica senz'altro ed essendo nazionalizzata, era più precisamente capitalistico statale. Di conseguenza l'ideologia dominante, il komeinismo appunto, non poteva che essere l'ideologia del capitalismo di Stato. Ricordiamo quest'episodio pubblico perché dubitiamo fortemente che PM abbia mai osato mettere nero su bianco le sue tesi, e se anche lo avesse fatto la loro lettura onestamente non ci interesserebbe. Per inciso si sappia però che quello studente entrò a pieno titolo in PM, per entrambi, ben gli sta. A noi è invece bastata la suddetta esposizione in cui, tra l'altro, si riduceva, penso inconsapevolmente, una religione, lo sciismo, ad un generico komeinismo. Bene, si potrebbe dire, poteva essere un difetto di gioventù, in fin dei conti PM si era appena formata e rifletteva molto, troppo, spocchia, posizioni e metodologia dell'ambiente in cui si era formata, e ce lo siamo anche detti, se non altro come auspicio. Ebbene non è così. Qualche mese fa, cioè anni dopo il debutto, in un incontro a Roma con un nostro compagno R. Luzi, ormai mente di PM, estendeva il concetto a metodologia, investendo tutti i paesi storicamente non capitalistici dove si sarebbe avuta un’accumulazione originaria in cui la borghesia aveva espropriato i mezzi di produzione ma non i beni di consumo sapientemente lasciati … a chi? A chi se non al proletariato o all'aspirante proletariato? Proletariato, più o meno aspirante, che nonostante tutto sarebbe andato a sportivamente a lavorare pur detenendo di che mangiare? Ossia, Luzi avrebbe scoperto una via indipendente al capitalismo, indipendente non solo da quella percorsa dal capitalismo in Inghilterra e che tanto influenzerà Marx, ma anche da qualsiasi logica. E tutto soltanto per giustificarsi la carenza di beni di consumo in URSS ecc. ecc.. Questa storiella di ridurre un rapporto ad un solo lato, è iniziata in "periferia" con una borghesia senza proletariato, per elevarsi "centralmente" ad accumulazione senza monopolizzazione dei beni di consumo, sino ad uno Stato surrogante i capitalisti manco potesse essere una qualche classe o sostituirvisi, è cosa veramente risibile. Marxisticamente analfabeta.
L'uscita di PM da Lotta Comunista avrebbe anche potuto avere un qualche senso ma in realtà non l'ha mai avuto. Insomma, non sono sempre i migliori che se vanno.
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