obermann111
Utente (2)
30 Posts |
Posted - 17/09/2003 : 20:38:13
|
Siamo arrivati a definire ,a grandi linee,una strategia "occulta" del capitalismo in un certo senso dirigista statunitense: ovvero la spinta alla regionalizzazione dell'Europa allo scopo di ridare fiato ad una ridefinizione dei redditi delle grandi imprese che mostra il fiato corto. Si vogliono mercati assai imperfetti da aggredire,soprattutto ora che si fa minacciosa la figura dell'Euro che potenzialmente tende a scardinare il ruolo guida del dollaro,sancito dal 1944. Non solo. La Cina sembra avere intrapreso la via tedesca del dumping di inizio novecento ponendosi come forma concorrenziale dalle connotazioni "imperiali" in quanto col termine Cina indichiamo una placca di 9 milioni di kmq popolata da quasi 2 miliardi di persone,ossia 15 volte la superficie della Germania guglielmina e 40 volte la sua popolazione !! Lo stato di guerra latente che veniva giustificato dalla presenza del pericolo sovietico sollecitava produttività ed espansione in ambienti neutri allo scopo di impedire lì l'irruzione comunista; dal dicembre 1991 la situazione cambiava radicalmente e repentinamente perché scompariva l'URSS e nasceva l'UE,perché la Cina si ibridizzava divenendo contemporaneamente partner e concorrente. Non è un caso che l'Iraq fu mantenuto in uno stato di sovranità controllato,che gli impegni militari furono dipanati su Somalia,Serbia,Medio Oriente;c'era la necessità di mantenere alti i livelli ed altresì di mantenere in movimento una gigantesca macchina bellica. Solo che dietro al terrorismo internazionale non c'è una super struttura come quella sovietica, ben localizzata e quindi possibilitata alla realizzazione, al limite, di un trattamento preferenziale,c'è invece una micro-struttura fortemente sfuggevole e poco localizzata. I conflitti si trasformano in lunghissime campagne di polizia che non generano né mercati e né referenzialità. Le guerre così diventano salassi spropositati sia in termini di uomini,sia in termini di costi,aumenta la sfiducia per un paese che ha visto ridursi le esportazioni ed aumentare la concorrenzialità di alleati sui quali certamente non si possono scatenare guerra. Ecco quindi l'appoggio dato al gigantismo europeo,confortato dalla certezza che esso non porterà alla costituzione di una unità omogenea,anzi: la secolarità di linguaggi,religioni,costumanze,confini sono la garanzia di una sorta di neo feudalesimo e sotto questo punto di vista l'Italia si pone certamente all' avanguardia.
Distruzione del collocamento pubblico, e ciò rientra nel progetto di privatizzazione statale,con cancellazione del concetto della pubblica utilità sopra ogni ambito sostituito dall'anti ideologia dell'utilità per il mercato sopra ogni ambito, aggiramento dell'articolo 2112 del codice civile,abrogazione della legge 1369/60 sull'interposizione di manodopera,cancellazione del parasubordinato ,che il legislatore aveva intravisto parzialmente come figura subordinata,realizzazione di un autentico corveismo medioevale del lavoro con cancellazione di forme deviate,come il cottimo, a favore di autentiche prestazioni gratuite, irreggimentazione parossistica con il vincolo della chiamata o della suddivisione ,in questo modo al "responsabile dei tempi", ora si ha la responsabilità suddivisa tra due schiavi che devono assicurare la copertura di un posto - e lascio immaginare quale che sia la frizione in quanto in una società iper-edonista e super consumista le esigenze dell'uno non posso assolutamente conciliare con le esigenze dell'altro - estensione del rapporto interpersonale e cancellazione dell'impersonalità operaia fautrice di concezioni autonomiste operaie e sindacali,sono tutti passaggi che chiudono anche il ruolo storico del sindacato. Una volta liquidati gli ultimi segmenti della grande industria legati alla metalmeccanica dell' indotto Fiat,alla chimica dell'indotto Montedison, all'informatica industriale di quello che rimane dell'Olivetti ,per i sindacati storici l' unico appiglio rimanente che legittimi la loro esistenza sarà quello pensionistico,a sua volta destinato - nel tempo - ad esaurirsi. I patti di competitività,la legalizzazione del caporalato ,non sono il sintomo ultimo dell'ultima deregulation industriale ma sono anche agenti disintegratori della logica del contratto nazionale collettivo che - agganciandosi a quello che era la scala mobile - in un certo qual modo tutelava il potere d' acquisto di salari e stipendi. Oggi con l'iperframmentazione accelerata soprattutto sotto il livello sociale, la delocalizzazione e la flessibilità hanno spostato tutto il peso contrattuale a favore degli imprenditori o di chi in un modo o nell'altro ha una attività : un potere enorme di irreggimentazione che in tempi passati aveva portato a non poche lotte . Lotte vanificate non semplicemente dalla realizzazione ultima del capitalismo, ma da ciò che mancò allora: : la logica del "tutto e subito" portò ad una corsa al feticcio salariale che disintegrò alla base un concetto ideologico preciso :quello della socializzazione,una responsabilità gravissima dei sindacati riottosi a logiche di formazione ideologica. Il monetismo spinto all'eccesso ha avuto come risultante la creazione di tante individualità quante erano le coperture dei posti di lavoro: una volta intrapresa la via della crisi ( iniziata col crollo del 1973-74) quelle individualità sovra-eccitate e de-formattate hanno iniziato a rincorrere i feticci ,estraniandosi totalmente da qualsiasi logica ideologica socializzante,vista come omologante e lesiva dell'individualità. In realtà quella corsa stessa aveva portato ad una omologazione individualistica che si sposava con la logica consumistica del mercato. Quell'errore macroscopico si è legato a quello che è la mentalità connaturata "italoide",basata sulla ostentazione nordista e sull'atteggiamento eversivo meridionalista. Baronie, club elitari ripresero piede e vigore all'interno degli interstizi di una economia che da una parte si sosteneva tramite l'appoggio pubblico e dall' altra si competitizzava attraverso ridimensionamento e tecnologia. Per contro la deindustrializzazione se da una parte cancellava la spinta autonomista operaia,dall'altra faceva crescere il valore della prestazione individuale, un valore che si apprezzava con l'esplosione della net-economy che faceva irrompere nuove figure di lavoro e nuove entità lavorative al di fuori del circuito industrialista. I sindacati, sollecitati anche dai referenti politici, i quali a loro volta concretizzatisi come autentici intermediari tra istituzioni e società , barattavano la loro esistenza con il loro effettivo grado di capacità di poter ripianare qualsiasi frizione "ideologica" derivante da tale trasformazione,finirono per appoggiare e perpetrare questa deviazione concretizzatasi in quello che è la legalizzazione di forme medioevali di lavoro aggiornate al terzo millennio. La deregolamentazione economico sociale naturalmente avrà un suo frutto nella struttura, stante la mutazione genetica di quelli che dovevano essere gli oppositori istituzionali. Nel frattempo nelle cessioni pubbliche ai privati (dopo il lavoro,la scuola,la televisione,segmenti della sanità,..) abbiamo quella importantissima,stante le devastanti mutazioni climatiche, quella della potabilizzazione dell'acqua. Grosse fette di azioni pubbliche dei Consorzi dell'acqua stano piano piano per essere fagocitate da aziende private sorte ad hoc con il chiaro intento di formarsi un mercato interno in grado di valorizzarsi per poter battagliare ,per il prossimo futuro, con le grosse multinazionali già esistenti, come Vivendi ex Suez-Lionaise ex detentrice della tv criptata Tele Più recentemente venduta a Marduch la cui referente in Italia è Donna Letizia Moratti ,e di conseguenza capitalizzare eventuali cessioni. Le manovre speculative avrano un immediato rimbalzo sui costi che inizieranno a salire andando ad incidere più del costo degli idrocarburi nel bilancio delle famiglie. Capitalizzazioni portate all'eccesso,concentrazioni e crisi sostanziale delle Borse hanno portato a sollecitare un nuovo interesse verso quello che è il mercato edilizio,anch'esso lasciato al Far West privatistico e totalmente deregolamentato. La poderosa fuoriuscita di capitali dalla borsa della Nuova Tecnologia,che vede scomparire sigle storiche come Tiscali, si è riversata tutta sul mercato della compravendita immobiliare sollecitando una crescita dei prezzi parossistica. Iper valutazione che ha condotto a speculazioni ed a cementificazioni senza nessun limite, il tutto legalizzato e legittimato dalle politiche "del condono" governative, le quali cancellano qualsiasi riscontro sociale a favore unicamente del franchising del mercato e dell'iper ricarico di prezzi e guadagni depurati delle "spese processuali" . Date queste iper sollecitazioni che vedono una sanzione ideologica anche dalle università ( da uno stralcio di " Perché esistono le imprese e come sono fatte" di Giulio Sapelli leggiamo : " La redditività elevata delle imprese appartenenti al secondo tipo di percorso di successo - riferito cioè a quelle imprese che puntano sull'espansione internazionale operando in aree dalla crescita economica mondiale in cui esse sono presenti e che richiedono sempre più elevate quote di capacità produttive ( fondate su crescita tecnologica o su sfruttamento a mani basse di manodopera già irreggimentate da forme statali assai centralizzate e burocratizzate ???) - è un importantissimo fenomeno universale che investe attori economici dalle diversificate ragioni sociali e dalle radici storiche diversissime ed è decisivo per l'ampliamento della qualità della vita perché è comprovato universalmente che soltanto quelle imprese che sanno e sapranno rispondere con efficienza ed efficacia alle sfide del futuro dettate dalla liberalizzazione spinta dei mercati,dalla crescente internazionalizzazione delle attività e dalle variazioni dei prezzi a vantaggio dei consumatori, sarano in grado di mantenere i primati raggiunti..tuttavia di fronte a quanto sopra esposto non si riscontrano tutti questi vantaggi,non solo : i costi sociali di internazionalizzazione e deregolamentazione hanno un riverbero non solo sociale, ma anche climatico, devastanti..) ecco che corono parallelamente le modifiche istituzionali strutturali d'ambito nazionale ed internazionale ( nella fattispecie di zoll internazionali come l'U. E. ) . All'interno dello zoll europeo le sollecitazioni liberiste si concretizzano tutte nella modifica istituzionale sempre più transnazionale all'americana e sempre meno europea. Patti di stabilità, sostenibilità finanziaria, reti di collegamento transeuropee dovranno "normalizzare" l' entrata di aree "vergini" ex-sovietiche e rendere sicuri i cittadini consumatori i quali concretizzano il diritto solo se allegano alla prima dizione la seconda. Diritti, grado di libertà,istruzione,sanità vengono tutte correlate alla capacità di poter consumare,in assenza di consumo scompaiono diritti ed il concetto stesso di esistenza. Tutto ciò viene esaltato dalla "lotta all'immigrazione" extra-comunitaria: questa immissione deve essere iregimentata con forza all'interno delle strutture di lavoro. Per chi ariva da paesi al di fuori dello zoll europeo,la parola consumatore viene sostituita da lavoratore obbligato a lavorare al minimo tutelare - soprattutto se manca un paradigma religioso- per poter conquistare il diritto al soggiorno. Questa ossatura di slancio iper-capitalista si fonda necessariamente su quello che è la modifica strutturale italiota. " La sinistra in Italia non è un movimento dell'intera classe lavoratrice, è semplicemente il movimento politico di una piccola frazione della classe lavoratrice, i cui condottieri mentre parlano in nome dell'intera classe lavoratrice, in realtà non si preoccupano che dei soli interessi immediati e parziali dei soli gruppi con cui si trovano a contatto. Gli interessi immediati di questi gruppi possono essere facilmente soddisfatti mediante speciali e parziali accordi fra poveri operai e signori che concedono pane e lavoro. La resistenza invece obbligherebbe ad una generalizzazione di propaganda,azione che sacrificherebbe gli interessi immediati e parziali propri. Ecco i gruppi operai divenire ragionevoli, cioè badare solo ai propr i affari immediati e senza troppi scrupoli sui mezzi opportuni a procurarli, e infischiarsene cinicamente dei bisogni,dei dolori, dei diritti dell'intera classe lavoratrice. Eccoli alla fine trasformati in veri e propri giannizzeri dei partiti conservatori contro la moltitudine anonima esclusa da ogni diritto." " E' assurdo sperare in una crescita delle forze locali meridionali nel riordino degli istituti: la provincia che nel settentrione favoriva la crescita industriale,nel sud si ricollegava a consorterie e clientele e di conseguenza non era adatta. L'autonomismo di pochissimi quindi si trasformava in maggiore oppressione in quanto in maggioranza si assiste ad una sopportazione. L'idea di un clientelismo sorto nella centralizzazione è assurda: il clientelismo affonda le sue radici nel carattere individualistico,ribelle ad ogni disciplina,incline all'arbitrio ed al personalismo. " " Ecco come le università sfornano ogni anno 600 fra medici e avvocati ed una sessantina tra professori di lettere e di scienze,dei quali la più parte non è assolutamente capace di scrivere 10 righe senza almeno 10 errori di grammatica ed è intellettualmente abbruttita e moralmente disfatta. Questa vergogna è peculiare a tutte le università...Cocò analfabeta laureato si avvede ben presto di essere inetto a vincere un concorso per la magistratura se è avvocato; è sistematicamente bocciato nei concorsi per le scuole medie se è professore, non ha nessun titolo di capacità per ottenere una condotta fuori del paese natio se è medico;Se ne ritorna dunque alla casa paterna dove lo aspettano la mamma invecchiata e le sorelle avvizzite. E qui,impotente a vivere coi frutti della professione libera, privo com'è di qualunque abilità tecnica,tenta di assicurarsi un reddito con un impiego municipale. Dove il partito dominate è solido e potente. Cocò gli striscia umilmente ai piedi e chiede un tozzo di pane..." Questi scritti si riferiscono il primo a Salvemini,il secondo a Turiello,il terzo ancora al Salvemini, realizzati tra la fine dell'800 ed il novecento ma , stante tutta l'impalcatura deregolamentata realizzata, di una attualità disarmante. Che le cose sono rimaste sostanzialmente invariate lo dicono il "pacchetto Treu" del 1997 e la riforma universitaria di Berlinguer del medesimo anno,nonché il taglio della scala mobile voluto dai sindacati nel 1993, la disintegrazione dell'equo canone addirittura appoggiata dai rifondazionisti leninisti, la corsa sfrenata all'interinalizzazione voluta dai vertici DS all'indomani dello smantellamento dell'intera struttura "materiale" del PCI, una corsa fatta all'interno del partito e poi sancita nell'unica - fino ad ora- legislatura svolta da "protagonisti". Per il manipolo succeduto allo "storico governo di sinistra", rimane la questione del decentramento - questione annosa come dimostra il Turiello - a cui si aggiunge il capitolo pensionistico, ultima ostruzione alla ridefinizione della redditività.
Riferimenti bibliografici : B. Caizzi - Meridionalismo critico. Scritti sulla questione meridionale. Mandria,1998 Pazzaglia - Letteratura Italiana Zanichelli, 1986
Grazie per l'attenzione
|
|