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Posted - 09/11/2005 : 17:56:31
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Dopo un'attesa di cortesia, intervengo abbozzando, secondo me, una risposta. Alcune precisazioni:
- E' improprio definire la rivolta delle banlieu "lotte". Si "lotta" per qualcosa, per un obbiettivo sia sindacale che politico. La protesta delle banlieu è dunque a tutti i titoli una "rivolta" che, in questo, è simile alle rivolte contadine del passato, quando era uso dar fuoco ai municipi per poi lasciar che tutto tornasse come prima.
- La protesta delle banlieu ha un retroterra colonialista, che naturalmente la borghesia francese si sente autorizzata a dimenticare, avendo DATO cittadinanza e WELFARE, ACCOGLIENZA.
- La protesta, se non cesserà spontaneamente, rischia di degenerare in un qualche massacro di ribelli. In questo caso la borghesia francese rischia di incrancenire la situazione rendendola reiterabile in un prossimo futuro.
- Le ventilate proposte di "interventi sociali" nelle banlieu, che affiancherebbero il dichiarato COPRIFUOCO, non possono più modificare i sentimenti, le idee, la personalità di generazioni di giovani che divengono adulti sbeffeggiando, attaccando, polizia, pompieri, ecc., insomma lo STATO. Dato il livello d'istruzione non sarà facile ripetere l'esperienza post-68, quando i presunti rivoluzionari, degeneratori di movimenti, furono acquistati nei più svariati ruoli "dirigenti".
- Le ventilate proposte di "interventi sociali" nelle banlieu SONO WELFARE. Quindi assorbiranno ricchezza altrimenti destinata al lustro imperialista della Francia. Non basterà un intervento di "facciata". Anche gli agricoltori francesi, avvezzi a non scherzar tanto, entreranno in gioco se, speriamo presto, saranno aboliti i contributi agricoli della CEE alla Francia.
- La protesta delle banlieu dimostra che l'uso della semplice, arcaica, forza, ha effetti sociali quanto la forza economica (questo a lustro dell'imbecillità che che accusa la realtà che non ne vuol sapere di rientrare nel proprio schemetto economico, di NON CORRISPONDENZA, per la Francia del 'No' alla referendum per la costituzione europea lo ha già fatto). Si ha infatti un bel parodiare Marx, ma se, nonostante la borghesia francese detenga non so neanche quanto del PIL mondiale, qualcuno gli pianta un forcone nella schiena decade socialmente come qualsiasi altro cadavere. Quattro impotenti balieusti mostrano ciò che è in potenza la possibile ribellione di masse contadine in una Cina od in un'India. Potenzialità che, in quanto tale, nessuna percentuale raggiunta nell'incremento del PIL può azzerare.
- I comunisti, sia pure senza partito, non solo possono ma, in questo caso, debbono stare alla finestra. Cioè non possono certo partecipare ad alcuna ribellione a qualsiasi titolo. Come comunisti possiamo solo combattere contro l'imperialismo (francese) alimentando contraddizioni che, teoricamente, lascierebbero spazio al prolungamento nel tempo dei moti. Anche demistificando l'ideologia di chi, sostendo una parentela della ribellione col terrostismo islamista di fatto gliela consegna, aprendo la via alla repressione ed aprendo una partita di più vaste proprorzioni.
- Comprendere, ancora una volta dalla pratica sociale, quanto sia necessario organizzarsi in un partito comunista. Quanto sia necessario scendere dalle nuvole della mistica per tentare di costruire un normalissimo partito che difenda gli altrettanto normali interessi della classe operaia.
Ciao.
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