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Posted - 25/11/2005 : 23:31:05
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Nuova nota sulla Russia zarista: il «grande balzo» dell’industrializzazione.
Citiamo dalla conclusione della nota le conseguenze del rapporto economico Russia precapitalista – mercato capitalistico, conseguenze ancora attuali
In tutti i casi in cui si determina un simile rapporto, rappresentandoselo nei paesi esportatori, come «estensione del capitalismo», come «sviluppo delle forze produttive», come «diffusione mondiale del capitalismo», equivale a sostenere, il proprio o l'altrui, imperialismo con l'altrui dispotismo. In tutti i casi in cui si determina un simile rapporto, rappresentandoselo nei paesi importatori, come «sviluppo capitalistico», è un errore, un errore di sottovalutazione della forza e del radicamento sociali del dispotismo, di sottovalutazione di un nemico. Soltanto la classica posizione di Marx, includendo la Russia zarista nel modo di produzione asiatico, consente un'autonomia teorica, un'indipendenza politica a fronte di tali processi, consentendo di spiegare materialisticamente l'ignavia del mujiko, consentendo di rilevare nella stessa classe dominante russa, l'esistenza di figure nobiliari specifiche rispetto a quelle medievali (vedi precedente nota Russia Zarista: nobiltà burocratizzata e burocrazia nobilitata). Così come consente una spiegazione sociale della solo apparente contraddizione nella citazione di Trotzky con cui abbiamo aperto questa nota. Trotzky stesso non risolverà tale contraddizione. Trotzky «sovietico» ed i suoi seguaci pagheranno a caro prezzo il non essere riusciti a ricondurre il «progresso tecnico» russo alle proprie radici sociali cadendo nel più profondo disorientamento, un vero e proprio crollo nelle fila dell'opposizione, dovendo constatare come un successivo «progresso tecnico», come una successiva «industrializzazione», quella stalinista che essi stessi avevano propugnato, inspiegabilmente non spezzasse mai alcuna «catena», anzi.
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