damiano
Utente iniziale
8 Posts |
Posted - 26/11/2004 : 18:25:15
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Scritti tratti dai Quaderni di Battaglia Comunista; " Lo Scontro degli internazionalisti con lo stalinismo e le sue vittime "
Premessa:
- L' 11-7-1945 a Casale M.to nel Piemonte cadeva assassinato da 6 colpi di rivoltella sparatigli da uno sconosciuto il compagno internazionalista Mario Acquaviva. - Questo assassinio segue di pochi mesi quello di Fausto Atti, ucciso a Bologna il 27-3-'45 da partigiani stalinisti. Entrambi questi compagni erano militanti comunisti fin dal Congresso di Livorno del '21. Successivamente, contro il passaggio della direzione del partito nelle mani di Gramsci( prima) e Togliatti (poi )e contro la degenerazione imposta dallo stalinisnismo al movimento operaio internazionale, aderirono alla Sinistra Comunista. - A Firenze nel settembre del '46 vengono processati e condannati a lunghe pene cinque internazionalisti per l' assassinio di un ras fascista locale, poichè l' autore era un simpatizzante internazionalista che però aveva sempre proclamato in aula di aver agito da solo, per rabbia personale, e fuori dalla tattica e disciplina del Partito.
Il Contesto Storico - I Fatti:
Lo sganciamento della borghesia dal fascismo non poteva essere seriamente operativo che col parallelo allacciamento della socialdemocrazia al proletariato nel momento in cui quest'ultimo, libero dall'oppressione dello stato fascista, si sarebbe scagliato contro le impalcature sociali ed organizzative di questo Stato. L'ideologia nazionalistica ed interclassista della Resistenza ha accompagnato un movimento che nel suo calderone fu tutto tranne una Rivoluzione per di più condotta da un partito- il Pci- che si candidava a "salvare l' Italia con l'alleanza di tutte le forze nazionali, con un'attività positiva e costruttiva....... (Togliatti). Tutti uniti sotto il tricolore contro i "fascisti traditori della patria" indicati come la causa unica delle miserie e sciagure del popolo e del proletariato italiano:solo a queste condizioni e verso questi obiettivi le formazioni partigiane potevano e dovevano muoversi. In questa prospettiva nessun senso politico di classe poteva avere l'azione contro singoli ex-fascisti quando invece tutto l' apparato era impegnato nel circoscrivere, minacciare e colpire chiunque osasse contrapporre la necessità di una alternativa di classe al collaborazionismo per il ripristino della democrazia borghese, alla denuncia della degenerazione contro-rivoluzionaria avvenuta nel partito di Togliatti. Dopo vent' anni fascismo e democrazia si scambiavano il ruolo di "salvatori della patria". Fu lo stesso Stalin ad ordinare ai soui accoliti "l' unità democratica antifascista", ed a inviare nel 1944 il fedele Togliatti a Salerno, nel Sud "liberato" dagli alleati militari del Cremlino, con queste precise indicazioni direttive di alleanze politiche costituzionali. Tale atteggiamento si rafforzerà nell'ottobre del '44 dopo l' incontro moscovita Churchill-Stalin in cui venne data da quest'ultimo l' assicurazione per un' Italia inserita nella zona d' influenza anglo-americana. In questo scenario internazionale ( quì riassunto x brevità) la violenza dello squadrismo stalinista contro i "rottami dell' opposizione bordighiana", come erano chiamati i compagni della Sinistra Comunista, andava ben oltre la difesa di un interesse di bottega politica e riguardava la funzione ed il ruolo storico che lo stalinismo era chiamato a svolgere al servizio della contro-rivoluzione e per lo strangolamento del movimento proletario. Per Togliatti fin dagli anni '30 i "bordighisti-trotzkisti devono essere allontanati spietatamente e denunciati politicamente come agenti del nemico in modo che le masse li respingano come la peste. Fedeli ai doveri che abbiamo verso la Nazione ne difendiamo gli interessi nella linea del pensiero di Stalin". Nello specifico l' assassino di M. Acquaviva è la conclusione tecnica di una campagna di denigrazione, minaccia ed istigazione condotta contro la Sinistra Comunista dal Pci; una decina di giorni prima dell' omicidio gli era stato impedito di parlare ad una riunione a Valenza e succesivamente Egli era stato chiamato alla sezione casalese del Pci dove due piccoli ras locali del parito( Scamuzzi e Navazzotti ) lo avevano, blandendolo ed elogiandolo, invitato a rientrare nei ranghi del partito e con lui i suoi compagni. Al suo sdegnoso rifiuto gli stessi gli ricordavano che "noi abbiamo i tribunali segreti e siamo pronti a farti la pelle"....... Già nella primavera del '44 la federazione astigiana del Pci diffondeva pubblicamente un volantino in cui denunciava all' autorità di polizia l'attività svolta da Acquaviva x il Partito Comunista Internazionalista e contemporaneamente lo dipingeva agli operai come agente dell' Ovra e della Gestapo e lo minacciava poi della morte che un traditore merita. Lo scopo, chiaro, era quello di eliminare un avversario attivo, irriducibile e pericoloso tanto che un dirigente del pc astigiano ( Gallo) dichiarava di essere pronto ad ucciderlo come un cane se gli avesse tagliato la strada - in un momento in cui cresceva l'attività e le adesioni al Partito Comunista Internazionalista ( Nota Personale: non scordiamo che i rapporti di forza con gli stalinisti non erano così sbilanciati a loro favore almeno in certe zone del paese e dove quindi la propaganda internazionalista poteva avere un seguito proletario visibile). Così l' 11-7-'45 fu assassinato da un sicario all' uscita dalla fabbrica dove lavorava e dove era punto di riferimento per numerosi operai internazionalisti.
A seguito di ciò il Partito Comunista Internazionalista cercò di mobilitare gli altri partiti proletari istituzionali x istruire un "processo" da cui emergessero chiaramente le responsabilità locali e nazionali del Pci e contemporaneamente evitò rappresaglie verso i mandanti dell' omicidio.
NOTE PERSONALI: Si invitano tutti i compagni interessati a leggere le cronache più dettagliate degli eventi direttamente alla fonte ( www.internazionalisti.org - alla sezione Quaderni di Battaglia Comunista " Lo scontro con gli stalinisti e le sue vittime").
Ritengo sia utile oggi una riflessione critica sui quei fatti, sul tipo di risposta dato dagli internazionalisti agli stalinisti ed ai proletari in genere e sulle conseguenze per la Sinistra Comunista.E' il solo modo materialistico x onorare la memoria dei compagni caduti per difendere le loro ( e nostre ) idee.
In particolare ritengo utile riflettere sul perchè non vi fu risposta "militare" alla ripetuta aggressione "militare" stalinista; così forse, evitando il biblico "occhio x occhio - dente x dente", si è evitata la liquidazione (giudiziaria o fisica) dell' intero partito però si è accettata, nei fatti, una marginalizzazione dello stesso - si è data l' impressione all' intero proletariato di un' organizzazione "debole" destinata al ruolo di vittima designata e che quindi non avrebbe potuto diventare un solido punto di riferimento per i lavoratori, che era la cosa più temuta dagli stalinisti e la ragione delle loro ( vili ) azioni. Si pensi anche all' episodio di Milano nell' immediato dopoguerra in cui agli internazionalisti, unico partito, fu rifiutata una sede pubblica e visibile dal Prefetto di allora ( forse - ma non importa neanche tanto - d' accordo con gli stalinisti) con la motivazione che non poteva esser difesa adeguatamente dalle sicure ( anche stavolta minacce !! ) azioni di matrice picista .... e a ciò non fece seguito alcuna azione in tal senso x assicurarsi visibilità da parte degli internazionalisti. A mio avviso dalle dichiarazioni dei compagni d' allora che si riferiscono spesso agli stalinisti come "nazional-comunisti" o "centristi" si può dedurre che essi vedessero in quest' ultimi, nonostante tutto, dei "compagni che sbagliano" e non dei veri e propri nemici. Ciò può dipendere da molti fattori, anche soggettivi, ma probabilmente anche dalla annosa questione della natura sociale dell' Urss - x cui il vedere una qualche progressività nello stalinismo rispetto alla situazione precedente (..."stanno lavorando per noi" - nonostante tutto...) poteva far attribuire ad esso una dignità storica che non merita(va).
Damiano.
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