dalleni
Utente (1)
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Posted - 06/11/2004 : 14:55:16
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che fare? una domanda che lenin si pose 100 anni fa, e a cui trovò una risposta: scrisse un libro, "che fare" appunto, e inaugurò un modello di partito, quello bolscevico, il partito di quadri, il partito nel quale "la parte si sottomette al tutto". col suo partito, lenin vinse: fece la rivoluzione in russia, mentre rosa luxemburg che puntava sullo spontaneismo delle masse finì massacrata dagli sgherri socialdemocratici. un modello vincente, dunque? è questo il punto. ed è su questo, a mio parere, che occorre discutere. perchè lenin vinse sì la sua battaglia, ma poi perse la guerra: quanto l'emergere dello stalinismo è stato propiziato dalla struttura stessa del partito bolscevico? come un partito basato sulla fede, sull'ubbidienza, poteva opporsi alle teorie partorite niente poco di meno che dal proprio segretario generale (stalin)? "il bolscevismo è crollato per mancanza di quadri": così me la spiegarono a lotta comunista. ovvero: la classe operaia russa era piccola e inesperta, le forze controrivoluzionarie, avvantaggiate dalla nep, avevano la supremazia ovunque. il crollo, dunque, era inevitabile. una spiegazione molto carina, senz'altro condivisibile, ma stalin? come ha potuto piazzarlo nel **** a gente come bucharin, zinovev, kamenev, radek? come ha potuto, lui, un praktik, fregare il fior fiore dell'intelligenzia bolscevica? e qui sorge, a mio parere, il problema-partito. non per quelli di lotta comunista, che hanno sempre trattato la questione col più gretto meccanicismo: "la controrivoluzione avrebbe vinto comunque, per questioni economiche, tutto il resto non importa. stalin? il semplice interprete di un processo inevitabile." vera la prima parte, falsa la seconda: un'analisi sovrastrutturale sull'argomento non l'ho mai vista. forse perchè il rischio sarebbe stato quello di mettere in discussione il modello stesso di partito bolscevico? bò, era una questione secondaria, tutto sommato, e tra una diffusione e l'altra la accantonai. senonchè, tre mesi fa me ne esco da lotta comunista, incontro pagine marxiste, e vengo a conoscenza di alcune cosucce non proprio carine. in poche parole, lotta comunista, glorioso alfiere del modello bolscevico di partito, avrebbe fatto la fine del proprio antesignano, ovvero il mitico pc(b)us: morto cervetto, si è trovato solo nella stanza dei bottoni il "praktik" pastorino, con conseguenze non proprio fantastiche. nel giro di un decennio, il partito si è fossilizzato, la formazione di quadri si è trasformata in puro indottrinamento, il dialogo interno è crollato. conseguenze: pure l'analisi teorica se ne è andata a puttane, riducendosi a poco più di qualche slogan, esattamente come accadde nell'urss post-lenin. un parallelismo che fa paura. dove sono le radici? nel bolscevismo, nel "che fare"? o si tratta solo di coincidenze? questo è un punto da chiarire, compagni, e al più presto. perchè se la classe operaia internazionale ha bisogno piu che mai di un partito che la unisca nella lotta contro l'imperialismo, la prima cosa da stabilire è come deve essere questo partito. da qui dobbiamo partire.
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