Rotta Comunista
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 Lotta Comunista dichiara la Cina pre-capitalista
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RosTa
Utente iniziale

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Posted - 15/06/2010 :  09:59:25  Show Profile  Reply with Quote
IL “PARTITO” SCIENZA

E' vero che non c'è il Partito, ma il giornale è comunque uno strumento di organizzazione e di propaganda. Le prime due pagine del numero di Aprile di Lotta Comunista espongono i punti nodali con cui L.C si propone ai giovani, particolarmente esigenti in fatto di chiarezza.
Si accusa subito il «ritardo teorico». «La crisi del 1914 conferma la giustezza dell'analisi di lungo periodo del marxismo, ma il movimento comunista ne trasse conclusioni sbagliate, meccanicistiche». Al riguardo pone gli esempi del crollismo della Luxemburg e di Grossmann e l'attendismo di Bordiga, cui contrappone un esempio di concezione dialettica dicendo:

«la concentrazione che porta alla crisi ricrea, con la crisi stessa, la condizione per la ripresa della piccola produzione e del piccolo capitale.
«lo sviluppo imperialistico moltiplica le forze del capitale ed estende il mercato capitalistico all'intera popolazione mondiale, in quelle che nel 1957 erano le aree di arretratezza pre-capitalistica».
...
«crisi, all'interno di un ciclo di sviluppo estensivo mondiale».


Occorrono alcune considerazioni. Tralasciando gli aspetti propriamente teorici che tutti conoscono dei crollisti menzionati, sostenere che la crisi riproduce la piccola produzione e il piccolo capitale può far sorgere qualche dubbio (in questa fase improvvido) data la tesi di Marx sulla difficoltà crescente, con lo sviluppo del capitalismo e tanto più nella sua fase imperialistica, ad aprire nuove imprese per via della massa crescente di capitale minimo richiesto. Come superamento della crisi, dunque, non avremmo il ridimensionamento del capitale ottenuto con la distruzione della parte in eccesso con relativo aumento della concentrazione e della centralizzazione, ma un ringiovanimento storico, cioè il passaggio del capitalismo ad una fase diversa (ciclo), liberista, pre-monopolista. Ma forse si fonda proprio qui la centralità della tesi della ciclicità nell'analisi di L.C.
Se si sostiene la tesi che l'imperialismo sviluppa e diffonde capitalismo, nota tesi di Kautsky, è logico che esso rappresenti non la fase decadente, ma forse la più vitale del capitalismo, pertanto non si può parlare di imperialismo come fase storica rivoluzionaria. Infatti, «sbagliava Trotsky quando diceva che la crisi del capitalismo sarebbe sfociata nella guerra in conseguenza del decadimento e della stagnazione del capitalismo», cui ribatte prontamente Cervetto affermando che «la seconda guerra mondiale non segnava il declino dell'imperialismo ma un nuovo balzo impetuoso e contraddittorio della sua espansione mondiale». In sostanza si prende le distanze dal velleitarismo rivoluzionario. Ma lo stesso discorso è valido per la prima guerra mondiale, allora si rischia di gettare un'ombra cupa sulla rivoluzione russa e sull'internazionalismo connesso alla guerra.
Infine, se per L.C. si hanno «crisi d'espansione» (di per sé una contraddizione in termini), la crisi di sovrapproduzione (di cui parla Marx) sarà la conseguenza della saturazione del mercato mondiale cui l'imperialismo dà luogo. Ma questa è la tesi della Luxemburg (che L.C. rifiuta perché crollista), con tutte le implicazioni relative alla centralità del saggio di profitto, della produzione e dei fattori interni di crisi del capitalismo. Faccio notare che la Cina, cui secondo l'analisi appartiene l'intero XXI secolo, è sempre stata considerata come capitalismo di stato, tale e quale l'Urss, cui ora ci si riferisce come annoverata nel '57 fra i paesi pre-capitalistici. Ovviamente questo avvalora la tesi contro la «filosofia della storia» cui si tende a ridurre il marxismo.
In conclusione i concetti esposti da L.C. sono il supporto teorico della necessità di «adeguare il tempo psicologico del partito al tempo delle cose» ed espletare l'«indagine del reale nella misura in cui è utile al partito». E' proprio questa la ragione della sedicente avanguardia, accodarsi alle cose, altrimenti non sarebbe scienza, libertà, ecc.; è la ferrea conferma del principio che è l'essere a determinare la coscienza e non la coscienza a determinare l'essere.

RicPa
Utente iniziale

1 Posts

Posted - 18/06/2010 :  15:18:03  Show Profile  Reply with Quote
Non ho letto l'editoriale in questione. Ormai leggo Lotta Comunista una o due volte all'anno e del tutto casualmente (copie trovate per terra o abbandonate da qualche parte). Questo non perché, almeno nei primi anni seguiti alla nostra scissione livornese, non fossi interessato alle elaborazioni di quella organizzazione ma perché tra i "provvedimenti" che questa volle prendere contro noi "traditori" ci fu il divieto di venderci il giornale. A qualche nostro compagno fu detto addirittura che avrebbe dovuto firmare una lettera di abiura nei confronti degli scissionisti se voleva avere il diritto di comprare Lotta Comunista. Ora, io credo francamente che potrebbe bastare un atteggiamento del genere per sollevare seri dubbi sul carattere "scientifico" di L.C. (la scienza è curiosità , apertura, desiderio di verificare...).
Per quanto riguarda le cose scritte da RosTa, voglio dire solo che mi hanno riportato a riflessioni fatte alcuni anni addietro. Tutte possono essere riassunte in una: le analisi e gran parte della "politica" (se possiamo chiamarla così) di Lotta Comunista fanno a pugni col pensiero e la pratica di Lenin. Siccome non siamo dei religiosi, la cosa non ci deve scandalizzare. Quello che scandalizza è l'uso, diciamo così, disinvolto, dell'etichetta "leninista".
Dire che le cose sono andate diversamente da come aveva previsto Trotskij è un comodo espediente per non tirare in ballo Lenin che del carattere dell'imperialismo come fase di decadenza del capitalismo era stato il teorico. Se si pensa che una teoria sia superata bisogna avere il coraggio di dirlo e di tentare di elaborarne una migliore. Invece, non da ora, L.C. scrive e fa cose che presumono concezioni generali e principi che non sono leninisti, ma senza il coraggio di dare loro la dignità di un corpo teorico-politico.

R.P.

Edited by - RicPa on 18/06/2010 15:26:46
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MarMauro
Utente iniziale

0 Posts

Posted - 19/06/2010 :  18:19:01  Show Profile  Reply with Quote
ciao.
fosse solo questo! i cicli mestruali, quelli sono una cosa seria! i cicli della natura, quelli sono veri!
il debito -considerato in sè- può essere quantificato e qualificato solo su grafici lineari, piuttosto si potrebbe adottare la metafora dell'elettrocardiogramma (inclusi gli infarti).
e poi, come giustamente si osserva, il debito c'era già: se si vuole, ma solo contestualizzando il grafico, la storia del debito pubblico italidiota presenta almeno tre "cicli": quello originario colmato dalla rapina antimeridionale e rilanciato dalla speculazione ferroviaria padana, che viene riassorbito ben oltre mezzo secolo dopo con le rimesse degli emigrati -non solo terroni- e infine col decollo del capitalismo di stato "fascista": il debito si trasformava in investimento: che si studiassero davvero Beneduce!; il secondo "ciclo" accompagna il boom padano...e viene sterilizzato con l'inflazione a due cifre negli anni 70; il terzo decolla solo DOPO gli anni di Craxi, è quello di "Tangentopoli" e viene aggravato dai costi inflattivi occulti della "unificazione monetaria" ...diciamo così, grossomodo: e non se ne escono senza tagliare il ramo sul quale stanno seduti. Ma chi li salva...l'Italia non è la Greciuzza!.
che minkia di ciclo hanno scoperto gli ellekappati ora non è dato sapere. anzi, non lo sapremo proprio: perchè le vie del debito hanno preso altre strade, e la crisi fiscale dello Stato è sotto gli occhi di tutti: il vampiro ha sete, e in cassa non c'è niente. neanche all'inps c'è niente: non lo voglioni dire, ma hanno "riserve" per 7-8 mesi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ad ogni modo, non si vede nessuno in giro che avverta seriamente la necessità di studiare lo stato come formazione economico-sociale. Questo Stato, l'unico che abbiamo da abbattere. Mah?!

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merlo
Utente iniziale

8 Posts

Posted - 21/06/2010 :  16:48:15  Show Profile  Reply with Quote
Non avrei mai pensato che ci si potesse autoriesumare.ciao salme.
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RosTa
Utente iniziale

8 Posts

Posted - 26/06/2010 :  20:40:09  Show Profile  Reply with Quote
E bravo merlo! Hai visto quante cose non sai?
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merlo
Utente iniziale

8 Posts

Posted - 29/06/2010 :  18:35:25  Show Profile  Reply with Quote
Tante, anche troppe. Ma adesso credo nella resurrezione di Lazzaro. Ciao a Carlo. MerLo
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Forum Admin

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Posted - 02/07/2010 :  13:09:34  Show Profile  Reply with Quote
Ciao MerLo.
Carlo (Admin).
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Admin
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124 Posts

Posted - 20/07/2010 :  17:07:05  Show Profile  Reply with Quote
Che LoCom definisca "precapitalistica" la Cina di Mao è certo una virata di 360 gradi rispetto alle valutazioni (scientifiche) che ne dava all'epoca degli scontri cino-sovietici sull'Ussuri, uno scontro che sarebbe stato causato delle “direttrici” dello sviluppo capitalistico che procedeva verso l'Asia (!!). Invece, non dalla pianure siberiane è passato lo sviluppo capitalistico ma traversando l'oceano senza “inediti”, alla Marx per intenderci.
D'altra parte bisogna pur capire che, per LoCom, lo sviluppo capitalistico (liberista) si esteso a scala mondiale ma, restando la Cina capitalismo di Stato, … che diffusione sarebbe mai stata questa?
Dunque, a ben vedere, la Cina era e doveva essere ben precapitalista.
Non da meno l'assecondare il "ciclo liberista" (contro il parassitismo welfaristico-statale) per accorgersi poi (LoCom n. 478 del Giugno 2010) "quanta parte del parassitismo fosse occultata dietro l'effetto ricchezza costruito sulle bolle borsistiche e immobiliari". Insomma "il debito sovrano" (che se si mette "dietro" e LoCom mica può vederlo per tempo.) era sul prodotto interno (immaginiamo lordo) il 41% nel 1980, il 59% nel 1990, il 72% nel 2000 ed il 114% nella previsioni 2010. Alla faccia dell'antiparassitismo e della riduzione della spesa pubblica. Fortuna vuole che poi, il gioco in borsa anche sui deficit statali, costringa il debito a non stare più "dietro”, ed allora, porcaputtana, anche LoCom può finalmente vederlo, "strategicamente" s'intende, reintonando il ritornello del "ciclo", questa volta del "debito pubblico", e già che ci siamo, perché no, anche quello della socialdemocratizzazione. E' certo però che una "Politica liberista che quasi triplica l'incidenza del debito mostra che i dilemmi della tarda maturità imperialista vengono solo dilazionati, al prezzo di ingantirli".
Perché non di crisi trattasi ma di “dilemmi” (tipo "Essere o non essere, questo è il problema" per capirci). Della tarda maturità ma pur sempre dilemmi, per come il “liberismo” non abbia saputo assolvere il ruolo che LoCom gli aveva assegnato chiaramente, senza occultarlo dietro alcunché. Ma non disperiamo, esiste pur sempre la Germania, anzi la “Merkel rule” a salvare la prospettiva strategica (anche se non si sa' ancora bene di quale "ciclo").
Del resto mica si può denunciare a cuor leggero che, proprio gli aiuti alla finanza stiano ora giocando contro il debito che hanno provocato e contro l'euro.
Infatti LoCom, seriamente, si guarda ben dal parlarne.
Ma basta. Resta solo da sottolineare come non sia solo in teoria che LoCom non meriti neanche di essere rimandata a settembre. La pratica sindacale è anche peggio.
Dopo essere stata per anni in “Lavoro e Società”, la corrente CGIL di Epifani, LoCom sembra aver sposato la FIOM, la quale, poverina, sarebbe stata lasciata sola nientemeno che dal PD(!!) e, addirittura, dalla CGIL. Incrediibbbile!!!. Eppure la FIOM è veramente operaia, ha persino detto “NO” (mica si poteva pretendere votasse NO) al referendum sull'accordo di Pomigliano, non firmando l'accordo prima del referendum stesso. Sul peso del NO mica hanno alcun merito quei sindacalisti di base che la FIOM hanno con successo e per tempo denunciata per l'atteggiamento trattativista e firmaiolo (anche dopo il referendum .. a patto che gli operai siano rispettati come c i t t a d i n i). Non crediamo sia a caso che la FIAT abbia licenziato alcuni iscritti FIOM, ossia ponendoli di fatto al centro di un'opposizione che non hanno assolto.
Ma qui più che le parole vale la lettura diretta del volantino con cui LoCom, piuttosto che le questioni di Pomigliano, difende la FIOM autocandidandosi alla guida del sindacato (possibilmente alla socialdemocratica, alla tedesca!) perché CGIL-CISL-UIL non hanno capito la posta in gioco, non hanno strategia, LoCom invece sì, ma comprendiamo tutti che serve a poco(!!!!), essendo decisiva l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
L'avreste mai detto senza strategia?


Per consultare il volantino LoCom clicca sotto. Potete trovare altri commenti su altri siti, noi li abbiamo ricevuti, volantino incluso, via mail.
www.rottacomunista.org/Public/VolantinoLoCom.jpg
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