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 Lotta Comunista, Bordiga e Capitalismo di Stato
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Posted - 05/06/2009 :  15:00:18  Show Profile  Reply with Quote
Alcuni sostenitori della “sinistra comunista”, comunemente definiti “bordighisti”, hanno pubblicato (sul loro sito www.avantibarbari.it/news.php?sez=6&news_id=208 ) una loro critica alla ristampa di “Struttura Economica e Sociale della Russia d'Oggi” di Amadeo Bordiga da parte di Lotta Comunista, nella collana dedicata ai classici.

Lo scritto di questi compagni è certamente utile, se non altro a chiarire aspetti storici e politici che i citati detentori della “strategia” non chiariscono ne chiariranno mai. D'altra parte non è possibile non constatare che la loro critica, dato l'esempio di Bordiga a fronte di una precedente edizione non autorizzata della stessa opera, potrebbe essere considerata superflua, inutile.

Per parte nostra, non condividendo il distacco con cui Bordiga guardava alla propria “firma”, riconosciamo volentieri alla critica di avantibarbari una sua utilità.

Bene hanno fatto questi compagni a sottolineare l'infondatezza della tesi di Cervetto sulla valenza data da questi, o meglio da Damen, al cosiddetto “imperialismo” sovietico con la formula “imperialismo unitario”.
Oltretutto, se non ripercorrono criticamente la propria strada i soggetti che l'hanno percorsa, è bene che ciò sia fatto da chi, poco distante, ne osservava le mosse. E se una pecca può essere attribuita ad avantibarbari è solo quella di ritenere, poco bordighianamente, che quello di Lotta Comunista sia un mero «tentativo finalizzato ad appropriarsi della figura di Bordiga.» Più precisamente:

«“Lotta Comunista” non ha nulla da spartire con Amadeo Bordiga e le posizioni della Sinistra Italiana nonostante questo tentativo finalizzato ad appropriarsi della figura di Bordiga.»

Avantibarbari è così costretta a difendere la figura di Bordiga da chi lo vuole scindere dal movimento in cui operava sottacendone persino il nome «Partito Comunista Internazionalista». A ben vedere ciò testimonia che tutto sommato anche «il muso del grande imbecille» ha finito per rappresentare quel movimento svalutando l'importanza dell'«anonimato».

Meglio sarebbe stato entrare nel merito della questione, ossia del Capitalismo di Stato, ma in questa questione le posizioni che ancora si richiamano all'opera di Bordiga sono spesso, anche se non omogeneamente, alquanto ingarbugliate. Figurarsi Lotta Comunista.
Non ha forse Lenin scritto per i «leninisti» il suo saggio popolare “L'imperialismo”? Ed in qual modo mai l'Unione Sovietica poteva rientrarvi?
In nessun modo, non per l'esportazione di capitali, non per la forza finanziaria, neanche per le antiquate colonie dato che le sue lo erano solo a patto di rappresentare un'estensione dei propri confini, certo non per il suo commercio estero e tanto meno per la “forza” del rublo.

Il crollo dell'URSS, lungi dal rappresentare una “vittoria teorica” di Lotta Comunista, che l'aveva assunto a dimostrazione della sua natura capitalistico-statale, ben ne rappresenta i limiti teorici.
Intanto (come ammesso con la pubblicazione di "Struttura") perché prima di Cervetto altri avevano definito l'URSS come capitalistico-statale, in secondo luogo perché a fronte dell'evidenza storica il crollo dell'URSS veniva concepito come crollo del capitalismo di stato, la fine di un ciclo. In questa concezione stanno tutti i limiti teorici, o più semplicemente tutti i limiti, di una concezione che non solo non corrisponde alla realtà che vorrebbe rappresentare ma che non ha nessuna logica neanche intrinsecamente, neanche su se stessa.

Com'era infatti concepito il capitalismo di stato?
Come risultato della concentrazione di capitale. Anche nelle scuole materne del marxismo la concentrazione è considerata irreversibile, ossia rappresenta essa stessa lo sviluppo delle forze produttive che solo una catastrofe sociale (socialismo o barbarie) può far retrocedere. Nel “partito scienza” invece la concentrazione, che pur afferma determinare il capitalismo di stato, è concepita come un ciclo, un ciclo politico. Non senza contraddizioni risolte nel tempo introducendo nella medesima concezione del capitalismo di stato la centralizzazione. Ossia il prodotto della concentrazione non era più di tanto tale quanto risultato della centralizzazione. Ossia della proprietà statale, senza considerare che non si può concentrare ciò che è gia centralizzato in unica proprietà che, come noto, in URSS precede qualsiasi concentrazione anche solo sul piano tecnico, senza considerare che persino lo scambio non è possibile in regime di proprietà unica (cfr almeno Salario prezzo e profitto di Marx).

Non possiamo con ciò negare che tutta l'operazione editoriale su Bordiga sia soltanto un occasione di “mercato” ma, a nostro parere, l'operazione è sopratutto frutto di povertà teorica per coprire la quale si ricorre al principio di autorità, coprendo così il vuoto teorico come con la parola (si pensi al termine strategia cui non corrisponde alcuna sostanza se non quella di un'altra parola, partito, cui succede l'ulteriore altra, internazionale) coprono una pratica socialdemocratica, attestata dalle loro carriere sindacali e, dove riescono, persino a dirigere agenzie di lavoro interinale come la CULMV (una volta cooperativa di portuali) di Genova, naturalmente spacciando il tutto, socialdemocraticamente appunto, come “radicamento” nella classe operaia.

Poco importa dunque che Bordiga abbia proseguito la riflessione sulla natura sociale dell'URSS dopo la trascrizione delle sue letture nel testo in discussione. Anzi non se ne deve far parola, ed infatti nella prefazione e testo non se ne fa menzione. Di Industrialismo di Stato neanche a parlarne eppure proprio Bordiga, di solito tranciante e categorico, non esita ad indossare i panni della modestia e, a proposito della natura sociale dell'URSS, dichiarare a Damen che sull'argomento «Io faccio quello che posso», che al di là dei risultati il lavoro di ricerca e comprensione di quella natura era ancora in corso.

Non a caso in almeno un paio d'occasioni su Lotta Comunista, è stato usato un termine per decenni sconosciuto ai redattori, asiatismo. Una prima volta confondendo tale definizione di un modo di produzione con una terminologia politica, tanto per cambiare, del tipo americanismo ed europeismo. Almeno una seconda nella stessa prefazione di “Struttura” ammettendolo, forse, come residuo, di cui peraltro non avevano mai avuto ne dato notizia. Dunque passando nella schiera degli amanti dei residui che, purtroppo per loro, spiegano molte, troppe cose, pur non potendone determinare alcuna.



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Posted - 07/11/2010 :  10:10:49  Show Profile  Reply with Quote
Mi scuso per il ritardo, non avendo debitamente segnalato che su 'sinistra.net', da tempo inserita nei link del sito, sono reperibili molte opere della sinistra comunista, tra cui, naturalmente anche 'Struttura Economica e Sociale della Russia d'Oggi'.
In realtà le opere sono non ben raggiungibili dal sito stesso, bello ma non tanto chiaro quanto ad indirizzi dei contenuti.
Potete comunque accedere direttamente all'elenco delle opere scaricabili al seguente link:
http://www.sinistra.net/lib/app/alit/alphait.html

Farete cosa grata alle generazioni future (caspita!!) se ne diffondeste l'indirizzo.

Ciao.
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